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Castello di Carini

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Carini sorge su una collina a circa 170 metri sul livello del mare ed è situata in posizione baricentrica rispetto all'aeroporto "Falcone-Borsellino" ed alla città di Palermo, dai quali dista circa 15 km. Il comune di Carini è molto conosciuto a livello monumentale per il suo Castello e la storia che lo caratterizza.

Il Castello di Carini fu eretto ad opera del primo feudatario normanno Rodolfo Bonello, guerriero al seguito del conte Ruggero I, su una precedente costruzione araba.

Nel 1283 divenne di proprietà della famiglia Abate, che iniziò a trasformare la struttura difensiva destinandola ad uso residenziale. Schieratisi con i Chiaromonte nella disputa per il possesso della corona, gli Abate furono dichiarati "felloni" e privati di tutti i beni.

Il Re Martino I, nuovo Re di Sicilia, nel 1397 affida la Terra di Carini ad Ubertino La Grua per i servizi resigli, ma ques'ultimo non ebbe prole maschile e nel 1402 fa sposare la sua unica figlia Ilaria con il catalano Gilberto Talamanca, dando così vita alla casata La Grua Talamanca che rimarrà in possesso della baronia di Carini fin al 1812. 

Dal punto di vista artistico ed architettonico le mura medievali risalgono all'XI e XII secolo. Gli elementi arabo/normanni sono riscontrabili nella seconda porta del Castello. In alto vi è lo scudo della famiglia Abate. I portali sono sormontati da scudi che rappresentano una gru simbolo della famiglia La Grua ed altri mostrano tre zolle di terra, probabilmente simbolo dei Chiaramonte. Ed in quello del piano superiore si trova lo stemma di due leoni rampanti simbolo dei Lanza.

Il Castello divenne famoso perchè fu teatro della tragica vicenda avvenuta il 4 dicembre 1563. Donna Laura Lanza di Trabia baronessa di Carini, moglie di don Vincenzo La Grua - Talamanca, venne uccisa dal padre per motivi di onore insieme al presunto amante Ludovico Vernagallo. Della vicenda si occupò nella metà del 1800 lo studioso Salvatore Salomone Marino che riuscì a ricostruire, grazie a quanto appreso dal popolo attraverso vari racconti tramandati nei secoli dai cantastorie, la storia di Laura e del suo amato Ludovico. Una leggenda narra che in occasione dell'anniversario del delitto comparirebbe, su un muro della stanza dove venne uccisa Laura, l'impronta della mano insanguinata lasciata dalla baronessa uccisa.